TRASCENDENZA: proprietà o qualità di qualcosa che si trova al di là, va oltre un determinato ambito, e in questo senso è l’opposto di immanenza, che indica invece ciò che si risolve o permane dentro un ambito specifico.
-Dizionario Treccani
Qualche giorno fa guardavo la lista delle nuove uscite al cinema e mi colpì il titolo "Transcendence": questa parola mi ha perseguitato e tormentato per tutti e cinque gli anni del liceo. Non perché non la capissi, ma perché estremamente astratta e inafferrabile. Decisi, perciò, di andare al cinema e vederlo, senza aver letto nessuna trama e nessuna recensione.
Il film vede l'esordio alla regia di Wally Pfister, precedentemente direttore della fotografia dei film di Christopher Nolan ("Il cavaliere oscuro-il ritorno", "Inception", solo per fare qualche esempio).
Protagonista un intrigante e geniale Johnny Depp, che interpreta Will Caster, Rebecca Hall è Evelyn Caster e Paul Bettany è Max Waters. La pellicola vede anche un Morgan Freeman nei panni di Joseph Tagger.
La trama prevede i due coniugi Caster impegnati nella realizzazione di PINN, un'intelligenza artificiale con coscienza di sé; tutto è partito dall'upload della mente di una scimmia. La coppia presenta il suo progetto e Will viene quasi aggredito dalla domanda: "Ma quindi lei vuole creare un dio?!". Alla quale risponde: "Non è quello che l'uomo ha sempre fatto?".
Alla fine della conferenza Will è vittima di un attentato da parte dello stesso individuo citato sopra, appartenente ad un gruppo di terroristi neo-luddisti e si scopre che il proiettile usato conteneva polonio, sostanza tossica che gli permette di vivere altre 5-6 settimane. Evelyn gli propone di fare da cavia per tentare di fare l'upload della mente dello scienziato all'interno di PINN. Egli accetta, ed è qui che comincia la parte "calda" della storia.
Sorprendentemente, dopo essere morto, Will fa notare la sua presenza e chiede subito di essere collegato alla rete per poter sviluppare tutto il suo potenziale. Max, scienziato ed amico della coppia, suggerisce ad Evelyn di non farlo perché il nuovo Will avrebbe cercato di diventare onnipotente e controllare tutto ciò che si può attraverso Internet. Spinta dall'amore e dal dolore della perdita, però, Evelyn non bada alle raccomandazioni. Su suggerimento di PINN-Will la moglie si trasferisce e fonda la sede dell'Intelligenza artificiale in una cittadina sperduta, sottoterra: farà uso di Internet e calcolatori quantistici e la potenza di PINN-Will sovvertirà quella della natura.
Dopo aver visto il film ho voluto leggere qualche recensione: disastro totale. Tutti, o quasi, hanno avuto un'impressione estremamente negativa. Io non sono stata dello stesso parere.
Pfister decide di trattare un tema molto caro alla cinematografia. Infatti, basta ricordare Hal 9000 (2001: Odissea nello Spazio), Skynet (Terminator), Matrix, e, per metterla un po' sul melò, anche la recente Her, con la seducente ma invisibile Scarlett Johansson, per vedere quanto vasta è la lista: ed ho citato solo i più famosi.
Il regista ha deciso di prendere tutti questi capolavori, analizzarli per bene e fare esattamente IL CONTRARIO. Come? Semplicemente facendo fare all'uomo, e non più alla macchina, la figura del cattivo. La macchina, infatti, nel caso di "Transcendence", esegue ciò per cui è stata programmata: evolversi sempre più. Cruciale è stata la conclusione di Joseph, che scioglie il mistero del perché il nuovo Will prenda sempre più il possesso di tutto: "PINN non sa distinguere ciò che è giusto da ciò che è ingiusto", e questa è anche la dimostrazione che il Will che vede Evelyn non è quello che è stato prima della sua morte.
Parlavo prima di "cattivi": ho usato il termine per rendere il concetto più concreto, ma la questione è, in realtà, più delicata. Il regista non ha voluto delineare perfettamente i confini tra Bene e Male, perché ciò non accade mai nella realtà. Esempio lampante di ciò è il gruppo di terroristi che, da figure malvagie diventano "salvatori", così come Will-macchina seguendo il processo inverso.
Il film sa inquietare per questo, ma anche perché muove da premesse scientifiche piuttosto vicine a noi (anche se talvolta si sfiora il fantasy, ma è inevitabile). Alcuni tecnicismi, però, non sono stati approfonditi: come hanno fatto gli scienziati a fare l'upload della mente della scimmia e di Will? E che tipo di virus è stato iniettato ad Evelyn? A mio avviso avrebbero dovuto almeno accennarlo, giusto per dare un tocco di realismo in più.
Altra nota negativa è stata la scelta di creare dei personaggi abbastanza soft, tranne per Will Caster (ma il suo ruolo è rinforzato dal fatto di essere interpretato da Johnny Depp): comunque, nonostante questo, la pellicola ha suscitato emozioni.
Più in generale, lo sgomento è scattato nel momento in cui si è capito che non è la tecnologia a salvare e fare evolvere, ma neanche il contrario. L'umanità è posta davanti al bivio che si crea nel momento esatto in cui si pronuncia la parola EVOLUZIONE.
In "Transcendence" viene trattato questo tema, attuale e controverso, insieme al riferimento all'ecologia verso la fine della pellicola. Quest'ultima parte mi ha fatto riflettere su quanto il benessere dell'uomo sia inversamente proporzionale al benessere del pianeta che ci ospita, e su quanto poco centrale sia, in realtà, il ruolo dell'uomo nella storia della Terra, al contrario di quello che vogliono farci pensare certe dottrine.
Questa breve digressione, ricca di spunti, ma che non voglio approfondire ora, giusto per ricordare che ieri, 22 Aprile, era l'Earth Day. Ma dovremmo ricordarcene tutti i giorni.
Buona visione a chi deciderà di cimentarsi in questo infinito viaggio mentale che è stato "Transcendence"!
Il film vede l'esordio alla regia di Wally Pfister, precedentemente direttore della fotografia dei film di Christopher Nolan ("Il cavaliere oscuro-il ritorno", "Inception", solo per fare qualche esempio).
Protagonista un intrigante e geniale Johnny Depp, che interpreta Will Caster, Rebecca Hall è Evelyn Caster e Paul Bettany è Max Waters. La pellicola vede anche un Morgan Freeman nei panni di Joseph Tagger.
La trama prevede i due coniugi Caster impegnati nella realizzazione di PINN, un'intelligenza artificiale con coscienza di sé; tutto è partito dall'upload della mente di una scimmia. La coppia presenta il suo progetto e Will viene quasi aggredito dalla domanda: "Ma quindi lei vuole creare un dio?!". Alla quale risponde: "Non è quello che l'uomo ha sempre fatto?".
Alla fine della conferenza Will è vittima di un attentato da parte dello stesso individuo citato sopra, appartenente ad un gruppo di terroristi neo-luddisti e si scopre che il proiettile usato conteneva polonio, sostanza tossica che gli permette di vivere altre 5-6 settimane. Evelyn gli propone di fare da cavia per tentare di fare l'upload della mente dello scienziato all'interno di PINN. Egli accetta, ed è qui che comincia la parte "calda" della storia.
Sorprendentemente, dopo essere morto, Will fa notare la sua presenza e chiede subito di essere collegato alla rete per poter sviluppare tutto il suo potenziale. Max, scienziato ed amico della coppia, suggerisce ad Evelyn di non farlo perché il nuovo Will avrebbe cercato di diventare onnipotente e controllare tutto ciò che si può attraverso Internet. Spinta dall'amore e dal dolore della perdita, però, Evelyn non bada alle raccomandazioni. Su suggerimento di PINN-Will la moglie si trasferisce e fonda la sede dell'Intelligenza artificiale in una cittadina sperduta, sottoterra: farà uso di Internet e calcolatori quantistici e la potenza di PINN-Will sovvertirà quella della natura.
Dopo aver visto il film ho voluto leggere qualche recensione: disastro totale. Tutti, o quasi, hanno avuto un'impressione estremamente negativa. Io non sono stata dello stesso parere.
Pfister decide di trattare un tema molto caro alla cinematografia. Infatti, basta ricordare Hal 9000 (2001: Odissea nello Spazio), Skynet (Terminator), Matrix, e, per metterla un po' sul melò, anche la recente Her, con la seducente ma invisibile Scarlett Johansson, per vedere quanto vasta è la lista: ed ho citato solo i più famosi.
Il regista ha deciso di prendere tutti questi capolavori, analizzarli per bene e fare esattamente IL CONTRARIO. Come? Semplicemente facendo fare all'uomo, e non più alla macchina, la figura del cattivo. La macchina, infatti, nel caso di "Transcendence", esegue ciò per cui è stata programmata: evolversi sempre più. Cruciale è stata la conclusione di Joseph, che scioglie il mistero del perché il nuovo Will prenda sempre più il possesso di tutto: "PINN non sa distinguere ciò che è giusto da ciò che è ingiusto", e questa è anche la dimostrazione che il Will che vede Evelyn non è quello che è stato prima della sua morte.
Parlavo prima di "cattivi": ho usato il termine per rendere il concetto più concreto, ma la questione è, in realtà, più delicata. Il regista non ha voluto delineare perfettamente i confini tra Bene e Male, perché ciò non accade mai nella realtà. Esempio lampante di ciò è il gruppo di terroristi che, da figure malvagie diventano "salvatori", così come Will-macchina seguendo il processo inverso.
Il film sa inquietare per questo, ma anche perché muove da premesse scientifiche piuttosto vicine a noi (anche se talvolta si sfiora il fantasy, ma è inevitabile). Alcuni tecnicismi, però, non sono stati approfonditi: come hanno fatto gli scienziati a fare l'upload della mente della scimmia e di Will? E che tipo di virus è stato iniettato ad Evelyn? A mio avviso avrebbero dovuto almeno accennarlo, giusto per dare un tocco di realismo in più.
Altra nota negativa è stata la scelta di creare dei personaggi abbastanza soft, tranne per Will Caster (ma il suo ruolo è rinforzato dal fatto di essere interpretato da Johnny Depp): comunque, nonostante questo, la pellicola ha suscitato emozioni.
Più in generale, lo sgomento è scattato nel momento in cui si è capito che non è la tecnologia a salvare e fare evolvere, ma neanche il contrario. L'umanità è posta davanti al bivio che si crea nel momento esatto in cui si pronuncia la parola EVOLUZIONE.
In "Transcendence" viene trattato questo tema, attuale e controverso, insieme al riferimento all'ecologia verso la fine della pellicola. Quest'ultima parte mi ha fatto riflettere su quanto il benessere dell'uomo sia inversamente proporzionale al benessere del pianeta che ci ospita, e su quanto poco centrale sia, in realtà, il ruolo dell'uomo nella storia della Terra, al contrario di quello che vogliono farci pensare certe dottrine.
Questa breve digressione, ricca di spunti, ma che non voglio approfondire ora, giusto per ricordare che ieri, 22 Aprile, era l'Earth Day. Ma dovremmo ricordarcene tutti i giorni.
Buona visione a chi deciderà di cimentarsi in questo infinito viaggio mentale che è stato "Transcendence"!