Buonasera a tutti! Per stasera ho preparato una recensione un po' particolare! Come avrete visto dal titolo vi parlerò di "Shining": OK, direte, ma quale? Il romanzo di Stephen King o il film di Stanley Kubrick? Ebbene, ho deciso di andare parallelamente, mettendo a confronto i capolavori dei due "mostri" dalle stesse iniziali.
Ho pensato per molti giorni a questa recensione: come impostarla? partire dal romanzo o dal film? recensire i due separatamente? Dopo vari tentativi ho fatto una scelta "di cuore" descrivendo il mio rapporto con questo racconto visto da due punti di vista.
Il film
Ho pensato per molti giorni a questa recensione: come impostarla? partire dal romanzo o dal film? recensire i due separatamente? Dopo vari tentativi ho fatto una scelta "di cuore" descrivendo il mio rapporto con questo racconto visto da due punti di vista.
Il film
Come la maggior parte delle persone ho avuto il mio primo approccio vedendo il film: era qualche anno fa, avevo letto moltissime recensioni e mi ero preparata per vedere uno dei più grandi capolavori del cinema a livello mondiale. Dopo la prima visione fui entusiasta e, completamente immersa ed immedesimata nella vicenda lo vidi per altre moltissime volte, con il pretesto di farlo guardare anche ad altri (a cui io rigorosamente facevo compagnia!!). Sono arrivata al punto di spulciare ogni scena alla ricerca di simboli e dietrologie (che effettivamente c'erano realmente nell'occhio del regista), che mi passò per la testa di incentrare la tesina dell'esame di Stato sul film.
Del lungometraggio mi colpì moltissimo il riferimento al perturbante di Freud. Citando lo psicanalista:
Del lungometraggio mi colpì moltissimo il riferimento al perturbante di Freud. Citando lo psicanalista:
Il perturbante che si sperimenta direttamente si verifica quando complessi infantili rimossi sono richiamati in vita da un'impressione o quando convinzioni primitive superate sembrano aver trovato una nuova convalida [...]; al fine della nascita del sentimento perturbante è necessario [...] un dilemma relativo alle possibilità che le convinzioni superate e ormai ritenute indegne di fede si rivelino, nonostante tutto, rispondenti alla realtà.
Nel film si può parlare addirittura di "Doppio Perturbante": da una parte ci sono gli elementi tipici dell'orrore - esseri non definibili come "viventi" e stranezze varie - dall'altra un ribaltamento degli stereotipi dell'horror, quasi a rovesciare gli elementi citati prima, come, per esempio, il fatto che gli orrori succedano sempre in luoghi estremamente illuminati ed i "buoni" si rifugino in luoghi oscuri, il contrario di ciò che dovrebbe accadere in un horror classico. In questo modo gli spettatori non sono più preparati a spaventarsi, ma sono completamente colti di sorpresa, riuscendo benissimo a diventare Wendy o Danny: tutto ciò è reso, naturalmente, anche dalle inquadrature atipiche, scelta cruciale per il regista. Nel film Kubrick accenna addirittura all'incarnazione, sempre facendo riferimento a Freud, facendo intendere che Jack fosse stato, in un'altra vita, il padre delle due gemelline uccise.
Insomma, "Shining" è intriso e pervaso di riferimenti e simboli, come avevo previsto. Conclusa l'analisi del film, però, la curiosità di leggere il romanzo diveniva sempre più un chiodo fisso...
Il romanzo
Insomma, "Shining" è intriso e pervaso di riferimenti e simboli, come avevo previsto. Conclusa l'analisi del film, però, la curiosità di leggere il romanzo diveniva sempre più un chiodo fisso...
Il romanzo
Fu così che cominciai a leggere il romanzo di Stephen King del 1977: non avevo mai letto un libro dopo aver visto la sua versione cinematografica, e questo fu un elemento estremamente importante, soprattutto perché il film è ormai un colosso dell'industria del cinema ed avrebbe influito non poco sulla lettura.
Posso dire tranquillamente che l'influenza che ebbe Kubrick su di me fu alquanto positiva: Jack Torrance era l'immenso Jack Nicholson, sempre e comunque. Come anche Danny. E questo perché il film è fedele alle descrizioni di Stephen King. Wendy, invece, non è mora ma bionda, e questo cambiamento ha fatto in modo che io la concepissi diversamente rispetto al film. Mi rincuora molto il fatto che nel libro Halloran rimanga in vita, mentre sono leggermente dispiaciuta che non ci sia il labirinto: gli animali intagliati nella siepe hanno avuto molto meno effetto perturbante su di me.
Stephen King si dilunga raccontando tutte le premesse, l'arco di tempo che precede il trasferimento all'Overlook Hotel è molto più ampio e vengono raccontate vicende infantili dei due genitori; tutto ciò, però, ha un perché: serve a preparare i lettori a ciò che verrà ed a farli immedesimare. Lo stesso farà Kubrick, ma con elementi diversi: lui userà le inquadrature ed elementi visivi, molto più immediati.
Entrati nella vicenda stessa, inoltre, ci sono molte più "chicche" che rendono, almeno in parte, spiegabili alcune scene del film: facendo solo un breve esempio, nel libro Jack immagina (o succede veramente?) la sera del ballo in maschera, e vede una coppia gay, Harry e Roger, intenti ad intrattenere gli altri invitati. Nel film non sono citati, ma in una scena che passa sempre inosservata Jack vede due uomini impegnati in un rapporto orale, di cui uno travestito da orso: ebbene, i due sono i sopra citati, con la differenza che al ballo il costume indossato è quello da cane.
Nella forma in cui "Shining" è stato scritto ho apprezzato moltissimo i flussi di coscienza, alla maniera di Joyce: sono facilmente individuabili, in quanto scritti in corsivo e tra parentesi, quindi non c'è il rischio di non riuscire a seguire il filo logico. Rimasta intatta è la loro funzione, quella di entrare immediatamente nella mente del personaggio.
A questo punto mi permetto di fare un po' di SPOILER, in quanto, a mio avviso, l'importante non è tanto la trama, ormai conosciutissima.
Il finale era molto teatrale e finto nella pellicola: il piccolo Danny scampa dalla follia del padre, mentre Jack muore assiderato (o per infarto?).
Nel romanzo, invece, tutto ha un perché: la caldaia scoppia per la disattenzione di Jack, occupato a perseguitare la sua famiglia invece di fare il proprio dovere.
E voi avete visto il film o letto il libro? Mi piacerebbe molto sapere se siete d'accordo sui pareri che ho esposto. Alla prossima!
Posso dire tranquillamente che l'influenza che ebbe Kubrick su di me fu alquanto positiva: Jack Torrance era l'immenso Jack Nicholson, sempre e comunque. Come anche Danny. E questo perché il film è fedele alle descrizioni di Stephen King. Wendy, invece, non è mora ma bionda, e questo cambiamento ha fatto in modo che io la concepissi diversamente rispetto al film. Mi rincuora molto il fatto che nel libro Halloran rimanga in vita, mentre sono leggermente dispiaciuta che non ci sia il labirinto: gli animali intagliati nella siepe hanno avuto molto meno effetto perturbante su di me.
Stephen King si dilunga raccontando tutte le premesse, l'arco di tempo che precede il trasferimento all'Overlook Hotel è molto più ampio e vengono raccontate vicende infantili dei due genitori; tutto ciò, però, ha un perché: serve a preparare i lettori a ciò che verrà ed a farli immedesimare. Lo stesso farà Kubrick, ma con elementi diversi: lui userà le inquadrature ed elementi visivi, molto più immediati.
Entrati nella vicenda stessa, inoltre, ci sono molte più "chicche" che rendono, almeno in parte, spiegabili alcune scene del film: facendo solo un breve esempio, nel libro Jack immagina (o succede veramente?) la sera del ballo in maschera, e vede una coppia gay, Harry e Roger, intenti ad intrattenere gli altri invitati. Nel film non sono citati, ma in una scena che passa sempre inosservata Jack vede due uomini impegnati in un rapporto orale, di cui uno travestito da orso: ebbene, i due sono i sopra citati, con la differenza che al ballo il costume indossato è quello da cane.
Nella forma in cui "Shining" è stato scritto ho apprezzato moltissimo i flussi di coscienza, alla maniera di Joyce: sono facilmente individuabili, in quanto scritti in corsivo e tra parentesi, quindi non c'è il rischio di non riuscire a seguire il filo logico. Rimasta intatta è la loro funzione, quella di entrare immediatamente nella mente del personaggio.
A questo punto mi permetto di fare un po' di SPOILER, in quanto, a mio avviso, l'importante non è tanto la trama, ormai conosciutissima.
Il finale era molto teatrale e finto nella pellicola: il piccolo Danny scampa dalla follia del padre, mentre Jack muore assiderato (o per infarto?).
Nel romanzo, invece, tutto ha un perché: la caldaia scoppia per la disattenzione di Jack, occupato a perseguitare la sua famiglia invece di fare il proprio dovere.
E voi avete visto il film o letto il libro? Mi piacerebbe molto sapere se siete d'accordo sui pareri che ho esposto. Alla prossima!