Ieri sera sono stata alla mostra temporanea delle opere di Frida Kahlo e ho deciso di scrivere qualcosa su di lei, dato che mi ha suscitato tante emozioni. Ho cercato a lungo un titolo adatto per il post, ma nessuno era più rappresentativo del suo nome.
Da quando ho letto che sarebbero stati esposti i suoi dipinti a Roma ho deciso che non potevo perderla: Frida è una delle più controverse, tormentate e complesse artiste del secolo scorso.
La mostra è stata organizzata da Helga Prignitz-Poda alle Scuderie del Quirinale, è stata aperta dal 20 Marzo e lo rimarrà fino al 31 Agosto 2014. Vi sono esposti dipinti, schizzi e disegni dell'artista messicana, ma vi sono anche opere di Diego Rivera, suo compagno, e foto dei due realizzate da diversi fotografi, tra cui anche le più celebri di Nickolas Muray. La foto che preferisco è questa:
Da quando ho letto che sarebbero stati esposti i suoi dipinti a Roma ho deciso che non potevo perderla: Frida è una delle più controverse, tormentate e complesse artiste del secolo scorso.
La mostra è stata organizzata da Helga Prignitz-Poda alle Scuderie del Quirinale, è stata aperta dal 20 Marzo e lo rimarrà fino al 31 Agosto 2014. Vi sono esposti dipinti, schizzi e disegni dell'artista messicana, ma vi sono anche opere di Diego Rivera, suo compagno, e foto dei due realizzate da diversi fotografi, tra cui anche le più celebri di Nickolas Muray. La foto che preferisco è questa:
Frida Kahlo (1907-1954) ebbe una vita piena di dolori, sia fisici che mentali. A sei anni le fu diagnosticata una malattia che sembrava poliomielite, ma in realtà era una malformazione della spina dorsale (spina bifida). Prima di aver compiuto diciotto anni fu vittima di un gravissimo incidente che coinvolse un tram ed un autobus: ebbe diverse gravi fratture che la obbligarono a più di 30 interventi nella sua vita. Tutti pensavano che non ce l'avrebbe fatta, ma Frida fu più forte: dopo due anni di convalescenza si rialzò. Quei due anni furono cruciali, perché fu allora che scoprì la pittura: si fece montare uno specchio sopra al letto a baldacchino e dipinse se stessa come una professionista, anche se non aveva mai impugnato un pennello. Passato quel periodo, a quasi vent'anni, andò dal famoso pittore di murales, Diego Rivera, per fargli vedere i propri dipinti: Diego restò affascinato sia dalle opere che da Frida, ed infatti, poco dopo, i due diventarono una coppia. La madre di Frida, Matilde, era contraria all'unione dei due: considerava Diego "brutto, grasso e vecchio", e non aveva tutti i torti! Frida accettò anche di sposarlo, sapendo benissimo che il matrimonio non sarebbe stato di certo noioso: il pittore aveva il "vizio" di frequentare continuamente nuove donne, soprattutto le sue modelle. Fu per questo che Frida cominciò, anche lei, ad avere relazioni extraconiugali, con la differenza che frequentava anche donne; ed era noto che a Diego non dava affatto fastidio il lato omosessuale della bella messicana. Il punto di non ritorno (o quasi) fu il tradimento da parte di Diego Rivera con la sorella di Frida, incontro che aveva organizzato lei stessa per farle fare un ritratto. In quell'occasione l'artista dichiarò di essere stata "assassinata dalla vita": fu un colpo durissimo. Tra i due ci furono molti periodi di burrasca, ma erano talmente dipendenti l'uno dall'altra che ogni volta tornavano insieme. Frida e Diego, inseparabili, fecero diversi viaggi, conobbero personalità di spicco, tra cui anche Trockij e Picasso, che scrisse a Diego:
Nessuno di noi due è capace di dipingere un ritratto con la maestria di Frida.
Nella vita di Frida ci furono due costanti che la accompagnarono in tutte le sue opere: l'orgoglio di appartenere al popolo messicano tanto che volle cambiare il suo anno di nascita in 1910 (anno della rivoluzione messicana, ndr) ed il dolore. Il segno più evidente della sua appartenenza etnica sono le sopracciglia incolte ed i baffi che rappresentava esasperatamente ovunque: si dice, infatti, che Frida volesse contrapporre l'irsutismo delle donne messicane all'assenza di peluria delle europee.
Per quanto riguarda il dolore, l'argomento è molto più vasto: in primo piano vi era quello fisico dovuto all'incidente ed alle sue conseguenze, ma, diventata donna, l'artista non riuscì mai a coronare il sogno di diventare madre; per via del suo debole corpo nessuna gravidanza andava oltre i primissimi mesi.
I ricordi legati all'incidente sono rappresentati tramite allegorie, come in "Autoritratto con collana di spine" e "Il piccolo cervo". Quelli legati ai numerosi aborti sono, invece, totalmente espliciti, come in "Henry Ford Hospital". Le opere citate sono le seguenti:
Per quanto riguarda il dolore, l'argomento è molto più vasto: in primo piano vi era quello fisico dovuto all'incidente ed alle sue conseguenze, ma, diventata donna, l'artista non riuscì mai a coronare il sogno di diventare madre; per via del suo debole corpo nessuna gravidanza andava oltre i primissimi mesi.
I ricordi legati all'incidente sono rappresentati tramite allegorie, come in "Autoritratto con collana di spine" e "Il piccolo cervo". Quelli legati ai numerosi aborti sono, invece, totalmente espliciti, come in "Henry Ford Hospital". Le opere citate sono le seguenti:
Negli ultimi anni della sua vita Frida soffrì di dolori atroci, tanto che il suo medico le vietò persino di dipingere. Le venne amputata una gamba e fu di nuovo costretta alla convalescenza. La sua morte venne letta dai vari parenti e critici in modi diversi. La pronipote presuppone che Diego abbia somministrato a Frida un'ingente quantità di morfina, quindi sarebbe morta di overdose.
Diego l'aiutò a morire come tributo dell'amore e della passione che nutrivano l'uno per l'altra. Non so se lo decisero insieme.
Quel che è certo, però, è che Frida fu una sorta di femminista ante litteram ed ebbe un'incredibile capacità di introspezione. La sua grandezza e magnificenza sono arrivate fino ai giorni nostri per dimostrare che un corpo martoriato non è necessariamente un'anima inesistente, ma, incanalando il dolore, può creare opere immortali.