Salve a tutti cari lettori, sono tornata con un altro post, anche questa volta dedicato alla letteratura. Se vi ricordate, l'ultima volta avevo finito di leggere il romanzo "Shining", del 1977, con l'intento di leggere anche "Doctor Sleep". Ebbene, dopo più di dieci giorni ho finito di leggere anche la novel più recente del Re, Stephen King. Ecco come appare la copertina, a mio avviso efficacissima nel racchiudere tutto ciò che fa "smuovere le acque" nella storia:
Come già sapete, non mi piace avere uno schema fisso per ogni libro che recensisco, in quanto per ognuno c'è stato un certo feedback da parte mia ed alcune emozioni tali che non riesco assolutamente a metterli sullo stesso piano e paragonarli. Questo in generale, figuriamoci per i racconti di King! Procederò, quindi, stavolta, per paragrafi. Cominciamo.
Le aspettative
Avendo letto precedentemente il capolavoro del 1977 (per leggere l'articolo a riguardo, click qui: http://flowofthoughts.weebly.com/1/post/2014/04/shining.html), avevo il timore di leggere qualcosa di ritrito, banale, come se qualcuno volesse realizzare un remake di "Harry Potter" cambiando tutti gli attori. Pensavo che mi sarei annoiata (almeno un po'), come succede con la maggior parte dei sequel: il secondo episodio sarebbe stato una ripetizione e ripresa degli elementi ricorrenti nel primo oppure così diverso da essere offuscato dalla maestosità del vecchio capolavoro. Non che io stia sottovalutando il valore dello scrittore in causa, ma si sa, purtroppo, le situazioni sopra citate si sono ripetute nella storia del cinema e della letteratura più e più volte. Partii, quindi, a leggere "Doctor Sleep" completamente disillusa e pronta ad una delle mie più grandi delusioni.
La trama
Dan Torrance torna ad essere il protagonista dopo anni passati in compagnia dell'alcol e della droga. La luccicanza gli appartiene ancora, ma è affievolita dalle sue brutte abitudini, mentre Tony, l'amico immaginario dell'infanzia, non si fa vedere da moltissimo. La ruota gira, dirà, ma per tornare al punto di partenza. L'alcolismo, secondo Dan, è qualcosa che ha preso dal padre.
Dopo l'ennesimo stipendio andato in fumo in una sola serata ed un risveglio ben altro che idilliaco nella casa di Deenie, giovane madre single e con "brutte abitudini", Dan decide di partire ancora una volta in cerca di un luogo in cui ricominciare. Viaggiando sulla corriera la luccicanza diviene forte e gli "dice" di fermarsi a Frazier, New Hampshire. Nella parte alta di una torre quasi abbandonata rivede Tony, e da questo punto la sua vita cambierà radicalmente (in bene o in male?). Entra in un circolo di Alcolisti Anonimi ed è l'inserviente di una casa di riposo per anziani. "Un ossificio" dirà una simpatica dodicenne più avanti. Qui verrà ribattezzato "Dottor Sonno", anche se dottore non è....
Conoscerà Abra Stone, una bambina con una luccicanza inaudita, in un modo altrettanto insolito, ed insieme combatteranno (con la mente, ma non solo) Rose ed il suo Vero Nodo, un gruppo di ex esseri umani, ma che ne hanno conservato l'aspetto, i quali si nutrono di "vapore", cioè luccicanza.
Conclusioni
Dopo aver fatto le premesse concludo con le mie opinioni. Innanzitutto, PER FORTUNA ho dovuto ricredermi rispetto alle mie aspettative. Ero partita scettica, ma sono arrivata a leggere le ultime pagine con il rammarico di chi vuole che il libro non finisca mai.
La trama mi ha preso di sprovvista. Non avevo letto nessun riassunto su internet, se non che Dan avrebbe conosciuto una ragazza che gli avrebbe cambiato la vita, quindi, leggendo le prime pagine, pensai subito ad una banalissima storia d'amore tra Dan e Andi. Naturalmente, quando ci si aspetta qualcosa di banale da King, non è mai così.
L'autore assicura una continuità rispetto a Shining, ma quest'ultimo non è così invadente da sovrastare la storia che si svolge negli anni 2000: il ricordo dell'Overlook Hotel è forte e ricorrente, come anche quello del cuoco Dick Hallorann (il quale farà anche una piccola comparsa, giusto per solleticare ancora di più la curiosità dei lettori), ma il filo conduttore è la luccicanza, che nelle sue nuove vesti farà scoprire a Dan il suo potenziale.
King ha voluto mantenere la continuità anche nello stile di scrittura, e qui mi riferisco al corsivo tra parentesi, tuttavia ha usato questa tecnica solo per trascrivere lo scambio telepatico di messaggi tra i personaggi con la luccicanza, e non per lo stream of consciousness come in "Shining".
Il finale è, per me, il pezzo forte, ma non ve lo rivelerò, ovviamente. Anche le previsioni su ciò si sono rivelate errate. Tutto è finito in un modo così semplice che venne da pensare "sta per succedere qualcos'altro", ma anche in un finale del genere sono rimasta sbalordita.
Che dire, mi ci sono voluti molti giorni per finire di leggere "Doctor Sleep", in quanto volevo conoscere Dan Torrance più di quanto avrei potuto leggendo in maniera superficiale... e mi sono catapultata nella storia così a capofitto che non ne sono ancora uscita, a distanza di tre giorni: il suo personaggio controverso, tormentato ed affascinante, quasi un Heathcliff del nuovo millennio, mi ha fatto pensare continuamente al seguito della storia, quasi fosse esistito davvero. Come una malinconica ed evanescente melodia che senti, ma che sei sicuro non riuscirai mai a raggiungere.
Stephen King non si smentisce mai.
Le aspettative
Avendo letto precedentemente il capolavoro del 1977 (per leggere l'articolo a riguardo, click qui: http://flowofthoughts.weebly.com/1/post/2014/04/shining.html), avevo il timore di leggere qualcosa di ritrito, banale, come se qualcuno volesse realizzare un remake di "Harry Potter" cambiando tutti gli attori. Pensavo che mi sarei annoiata (almeno un po'), come succede con la maggior parte dei sequel: il secondo episodio sarebbe stato una ripetizione e ripresa degli elementi ricorrenti nel primo oppure così diverso da essere offuscato dalla maestosità del vecchio capolavoro. Non che io stia sottovalutando il valore dello scrittore in causa, ma si sa, purtroppo, le situazioni sopra citate si sono ripetute nella storia del cinema e della letteratura più e più volte. Partii, quindi, a leggere "Doctor Sleep" completamente disillusa e pronta ad una delle mie più grandi delusioni.
La trama
Dan Torrance torna ad essere il protagonista dopo anni passati in compagnia dell'alcol e della droga. La luccicanza gli appartiene ancora, ma è affievolita dalle sue brutte abitudini, mentre Tony, l'amico immaginario dell'infanzia, non si fa vedere da moltissimo. La ruota gira, dirà, ma per tornare al punto di partenza. L'alcolismo, secondo Dan, è qualcosa che ha preso dal padre.
Dopo l'ennesimo stipendio andato in fumo in una sola serata ed un risveglio ben altro che idilliaco nella casa di Deenie, giovane madre single e con "brutte abitudini", Dan decide di partire ancora una volta in cerca di un luogo in cui ricominciare. Viaggiando sulla corriera la luccicanza diviene forte e gli "dice" di fermarsi a Frazier, New Hampshire. Nella parte alta di una torre quasi abbandonata rivede Tony, e da questo punto la sua vita cambierà radicalmente (in bene o in male?). Entra in un circolo di Alcolisti Anonimi ed è l'inserviente di una casa di riposo per anziani. "Un ossificio" dirà una simpatica dodicenne più avanti. Qui verrà ribattezzato "Dottor Sonno", anche se dottore non è....
Conoscerà Abra Stone, una bambina con una luccicanza inaudita, in un modo altrettanto insolito, ed insieme combatteranno (con la mente, ma non solo) Rose ed il suo Vero Nodo, un gruppo di ex esseri umani, ma che ne hanno conservato l'aspetto, i quali si nutrono di "vapore", cioè luccicanza.
Conclusioni
Dopo aver fatto le premesse concludo con le mie opinioni. Innanzitutto, PER FORTUNA ho dovuto ricredermi rispetto alle mie aspettative. Ero partita scettica, ma sono arrivata a leggere le ultime pagine con il rammarico di chi vuole che il libro non finisca mai.
La trama mi ha preso di sprovvista. Non avevo letto nessun riassunto su internet, se non che Dan avrebbe conosciuto una ragazza che gli avrebbe cambiato la vita, quindi, leggendo le prime pagine, pensai subito ad una banalissima storia d'amore tra Dan e Andi. Naturalmente, quando ci si aspetta qualcosa di banale da King, non è mai così.
L'autore assicura una continuità rispetto a Shining, ma quest'ultimo non è così invadente da sovrastare la storia che si svolge negli anni 2000: il ricordo dell'Overlook Hotel è forte e ricorrente, come anche quello del cuoco Dick Hallorann (il quale farà anche una piccola comparsa, giusto per solleticare ancora di più la curiosità dei lettori), ma il filo conduttore è la luccicanza, che nelle sue nuove vesti farà scoprire a Dan il suo potenziale.
King ha voluto mantenere la continuità anche nello stile di scrittura, e qui mi riferisco al corsivo tra parentesi, tuttavia ha usato questa tecnica solo per trascrivere lo scambio telepatico di messaggi tra i personaggi con la luccicanza, e non per lo stream of consciousness come in "Shining".
Il finale è, per me, il pezzo forte, ma non ve lo rivelerò, ovviamente. Anche le previsioni su ciò si sono rivelate errate. Tutto è finito in un modo così semplice che venne da pensare "sta per succedere qualcos'altro", ma anche in un finale del genere sono rimasta sbalordita.
Che dire, mi ci sono voluti molti giorni per finire di leggere "Doctor Sleep", in quanto volevo conoscere Dan Torrance più di quanto avrei potuto leggendo in maniera superficiale... e mi sono catapultata nella storia così a capofitto che non ne sono ancora uscita, a distanza di tre giorni: il suo personaggio controverso, tormentato ed affascinante, quasi un Heathcliff del nuovo millennio, mi ha fatto pensare continuamente al seguito della storia, quasi fosse esistito davvero. Come una malinconica ed evanescente melodia che senti, ma che sei sicuro non riuscirai mai a raggiungere.
Stephen King non si smentisce mai.